Nel pianeta del turismo di massa, che ci viene venduto pezzo a pezzo dai tour operator, capita spesso che i luoghi diventino luoghi del buon gusto, narrazioni omologate e pre-confezionate.
Le guide di viaggio e le riviste specializzate fanno a gara per “scovare” itinerari trendy, fatti di shopping e di degustazioni, di appuntamenti speciali e di originalità.
Il buon gusto diventa in questo caso un filo conduttore che disvela i segreti del mondo facendoci indossare di volta in volta i panni degli intenditori, degli scopritori di rarità, di chi ha l’occhio e la capacità per distinguere e individuare prodotti particolari, che si trovano solo lì, che stupiranno i nostri amici quando, al ritorno, porteremo souvenir e narrazioni.
Nulla di meno originale di un itinerario tra le curiosità di un luogo stampate su una guida turistica, nulla di meno avventuroso.
Il buon gusto dei tour operator è l’attacco letale e definitivo alla nostra capacità di significare il mondo, alla nostra curiosità primaria: stupore e meraviglia vengono programmati e quindi negati in partenza.
Il non conosciuto e il non familiare vengono scarnificati in descrizioni seriali che ne prosciugano l’emozione e l’autenticità individuale. Il nostro rapporto con l’altro da noi viene privato di ogni progettualità , di ogni sorpresa e di ogni avventura reale.
Detesto gli itinerari pre-stampati: amo gli spazi “grigi”, non inscritti in forme chiuse e, per questo, capaci di virare verso nuove narrazioni.
Amo gli spazi dismessi e le periferie: sono isole per l’approdo delle nuove creatività.
Li amo perché sono odiati dal popolo del buon gusto.
Amo lo strabismo, il lampo che dura un attimo: cerco territori marginali, nascosti lungo le linee di confine dei saperi, laddove le spiegazioni perdono nitidezza e si sovrappongono e, a volte, il silenzio è il modo meno impreciso di descrivere.
Oh cara città.
Dio ti salvi dal diventare una “perla” nei circuiti dei tour operator.
Possa tu conservare luoghi sgombri da pre-giudizi, bianchi di pre-scritture, silenti di pre-letture. Luoghi dove ciascuno, solo con se stesso, legga la realtà attraverso la lente di emozioni, significati, bi-sogni direttamente attinti alla fonte della propria irripetibile vita.