La città è un organismo vivente, e come tale ha un suo METABOLISMO estremamente complesso, consuma risorse, produce scarti e rifiuti. Non possiamo pensarla come dato fisso e congelato perché ciò vorrebbe dire negarla nel suo tratto identitario principale.
Le città si muovono, si trasformano continuamente: impedire la trasformazione significa ucciderle.
L’idea che per conservare la città si debba impedire ogni trasformazione è un paradosso concettuale e storico: la storia della città è infatti la storia di continue trasformazioni.
Per poter davvero conservare una città è necessario impedire l’affermazione di modelli ‘iperstatici’, capaci di bloccarne gli assestamenti vitali.
CONSERVARE LA BELLEZZA DEI PAESAGGI ITALIANI NON SIGNIFICA CONGELARE LA MODERNITÀ , MA EDUCARE LA MODERNITÀ A PRODURRE SEGNI ADEGUATI, ALL’ALTEZZA DI QUELLI LASCIATI DA CHI CI HA PRECEDUTO STUDIANDO I QUALI , NELLA GRANDE MAGGIORANZA DEI CASI, POSSIAMO IMPARARE PROPRIO IL CORAGGIO DEL CAMBIAMENTO.