Campagna per la tutela del verde storico – Progetto di autogestione e di agricoltura urbana
Nel 2010 gli Orti storici di Via San Tomaso sono scampati ad un destino che li voleva sacrificati per la realizzazione di un edificio in ampliamento alla Gamec. L’ipotesi avrebbe comportato, oltre che la realizzazione di una nuova volumetria, la formazione di una nuova accessibilità di servizio e l’area degli Orti storici sarebbe stata completamente snaturata. In realtà la percezione del valore di questo spazio aperto, che è notevolissimo sia dal punto di vista storico che ambientale, era praticamente inesistente, perché si tratta di un luogo di proprietà privata, non visibile dai percorsi pubblici.
Le prime reazioni di opposizione nacquero da un gruppo di cittadini residenti e poi, via via, crebbe in maniera esponenziale il numero di persone che firmarono per opporsi alla realizzazione del progetto e vennero raccolte più di cinquemila firme: il comitato promotore nato a tutela degli Orti Storici e del confinate Parco Suardi, organizzò diversi week end di visite guidate in modo tale da far conoscere il luogo e la sua bellezza a tutti e così, quello che prima era un valore non percepito, è diventato un valore da tutelare.
L’ampliamento della Gamec non venne realizzato e, successivamente, riproposto in altri luoghi della città . Gli orti si sono così salvati grazie all’azione coordinata ed efficace dei cittadini e delle associazioni che si sono impegnati.
DIETRO OGNI ‘NO’, C’È UN ‘SI’ PER UN’IPOTESI DIVERSA
Progetto di valorizzazione degli Orti di S. Tomaso proposto dal Comitato di difesa degli Orti di S. Tomaso e da Italia Nostra - Novembre 2012
I CITTADINI “ADOTTANO” GLI ORTI STORICI
1. Il progetto prevede il mantenimento della destinazione d’uso storica e cioè della coltivazione di ortaggi e piante da frutto. Per consentire all’attività agricola un adeguato livello di sostenibilità economica un gruppo di cittadini e di associazioni offrono il loro impegno e la loro disponibilità, finalizzati a mettere in campo iniziative di supporto e di valorizzazione.
2. Per lo svolgimento dell’attività agricola (da effettuare secondo un progetto agronomico di alta qualità) dovrebbe essere individuato un soggetto disponibile a operare con criteri di alta sostenibilità ambientale e di rispetto del luogo e delle sue valenze storiche e sociali.
3. Tra il Comune, la proprietà dell’area, il soggetto che svolge l’attività agricola e il gruppo promotore di cittadini costituito in Associazione potrebbe attivarsi un patto di cogestione regolato da una convenzione simile a quelle che il Comune di Milano sta attuando per diversi giardini comunitari.
4. Vendita al dettaglio dei prodotti.
I potenziali acquirenti potranno essere privati, compresi eventuali gruppi di acquisto
solidale (GAS), negozianti e ristoratori. I primi potranno acquistare i prodotti recandosi
personalmente agli Orti in giorni ed orari stabiliti. Con gli altri soggetti si stabiliranno
accordi su tempi, prezzi di vendita, quantità e tipologia di prodotti.
5. Attività formative per la cittadinanza
Nel corso dell’anno potranno essere organizzate incontri e corsi divulgativi, teorici e pratici, sulle moderne tecniche di coltivazione biologica rivolti a coltivatori amatoriali. Verranno coinvolte realtà e professionalità che operano in questo settore.
Gli alunni delle scuole verranno invitati periodicamente a sostenere attività di semina e cura degli ortaggi. La preparazione e la vendita di succhi di frutta e ortaggi potrebbe servire ad invogliare i bambini al consumo di questi alimenti indispensabili alla loro crescita.
6. Attività ludiche e socializzanti
Sia i residenti che gli appassionati potranno scambiarsi esperienze di coltivazione, e partecipare ad iniziative sociali e culturali poiché l’attività agricola non è solamente un passatempo e un modo di ridurre il costo della spesa, ma un mezzo per conoscere persone e imparare dagli altri.
7. Sinergie col sistema museale
Attraverso opere di modesta entità si dovranno creare un collegamento con la sede della Gamec, adiacente agli orti, e con il Parco Suardi: lungo la roggia quattrocentesca che separa gli orti dal tessuto urbano circostante e dal Parco Suardi, esiste una torretta (attualmente pericolante) che potrebbe essere utilizzata per interfacciare i due spazi verdi rendendoli comunicanti. A fianco della Torretta potrebbe essere aperto un varco sufficiente a consentire l’accesso agli orti di mezzi agricoli: in questo momento infatti, non si saprebbe dove far passare i macchinari (anche di piccole dimensioni) necessari per la gestione delle coltivazioni.
8. L’allestimento di una piccola collezione di piante “magiche“ utilizzate nel Medioevo sarà il modo di mettere in relazione gli Orti con gli edifici storici di via S.Tomaso: le coltivazioni dovranno essere finalizzate al recupero della storia e delle tradizioni coerentemente con le caratteristiche del luogo che sono davvero importanti dal punto di vista storico.