Nuova edificazione in territorio con vincoli paesaggistici
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Si tratta di un’opera minuta, a basso investimento economico, ideata per un’azienda agricola a conduzione famigliare, in un luogo ai piedi della fascia collinare di Bergamo che, per quanto prossimo al tessuto urbano più densamente edificato, conserva caratteri preminenti di naturalità: cielo, terra e prato sono presenze forti, nelle quali si rispecchia lo scorrere delle stagioni che, alternandosi, cadenzano il ritmo dell’attività agricola.
I bisogni: si trattava di dare casa alla famiglia dell’agricoltore, di dare casa agli animali da lui allevati (mucche, conigli e polli) di dare casa al fieno raccolto nei campi per la loro alimentazione e agli attrezzi necessari per lo svolgimento dell’attività.
Le priorità: inserire un nuovo edificio evitando di deturpare il paesaggio ed evitando la formazione di frammenti residuali di suolo all’interno del terreno agricolo di proprietà.
I limiti: è stato il progetto (con budget limitato) di un volume e di un esterno dentro un paesaggio. L’interno è stato consegnato al rustico ai suoi abitanti, che ne hanno fatto ciò che volevano.
La scelta tipologica: due corpi di fabbrica indipendenti separati da un taglio in diagonale per garantire la separazione di funzioni incompatibili, sia negli spazi chiusi che in quelli aperti pertinenziali.
La scelta del materiale: il mattone, un ordine e una grammatica riconoscibili.
La differenza di quota di tre metri in corrispondenza della valletta naturale lungo il confine ha consentito di realizzare un edificio a doppia scala, quella percepibile dal prato superiore, - esile e poco emergente per non occultare la vista delle colline - e quella percepibile dalla valletta, più monumentale e disegnata.
(*) l’edificio è stato selezionato tra i migliori progetti realizzati al premio nazionale d'architettura Luigi Cosenza edizione 1996