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C’E’ CASA E CASA 7

Riflessioni al tempo del coronavirus

 

La casa delle donne

Sulla casa si è stratificato un sistema di valori profondo ed esteso, che fa riferimento all’idea di stabilità, di sacralità della famiglia come nucleo sociale fondamentale, con ruoli diversi per i suoi componenti- in primo luogo il padre e la madre- ma anche all’idea di proprietà materiale (la casa che mi appartiene), di ereditarietà (la casa che mi sopravvive e che lascerò ai miei discendenti, coloro che portano il mio nome e che continueranno a farmi vivere nella mia stirpe).
Sulla casa italiana si è sviluppata un’economia enorme, quella del ‘mattone’, della quale siamo ormai in grado di misurare anche i grandi problemi che ne sono derivati, in primo luogo a livello ambientale.
Le donne hanno regnato per lungo tempo entro le mura della domesticità, costruendo un codice complesso di abitudini e di comportamenti una ricca grammatica di segni e di presenze nel gusto e nella gestione degli spazi, un ‘saper vivere’ articolato , trasmissibile da madre in figlia, oggetto di corsi scolastici specifici e separati per genere, supporto basilare e imprescindibile di un sistema sociale in cui gli uomini lavoravano all’esterno, abitando lo spazio pubblico.
Donne regine degli interni e loro prigioniere.
La casa di Donna Letizia è la casa delle ‘buone maniere’ e, per opposizione, è la casa che espelle le ‘cattive maniere’: è una casa di status symbol riconoscibili, di stereotipi.
E’ una casa fatta di stanze separate, la stanza per i genitori, la cameretta per le figlie femmine (rosa e morbida) , quella per i figli maschi (azzurra e più sportiva), il tinello, il salotto ( la stanza dove l’interno in occasione dei riti famigliari incontra l’esterno), la cucina per la regina di casa…. A un certo punto, con prepotenza, arriva la stanza per l’automobile…
Nella casa borghese tutto sta insieme, i ruoli sociali, i modelli educativi, la forma degli spazi e la loro decorazione.
La dimensione domestica richiede mestiere, apprendimento, dedizione e bravura: apparentemente serena e accogliente si basa in realtà sulla fatica e sull’attenzione quotidiana di qualcuno che usa per questo la sua vita, le sue risorse e la sua intelligenza.
Vite dedicate di donne.
Una casa ospitale, profumata e pulita, addobbata di fiori freschi e merletti, di cuscini e tappeti, di ottoni e argenti lucidati, di tappezzerie e decoupage presuppone la presenza di qualcuno che, a tempo pieno, si dedica al pensiero dell’interno, alla sua organizzazione, alla sua economia e al suo buon gusto.
Aromi di cibo cucinato, profumi di saponi e biancheria, freschezze di tessuti e tendaggi accolgono i padri quando rientrano stanchi dall’esterno, avvolgendoli in una dimensione intima, riservata, protetta dal rischio dell’altro e dell’esposizione.
Casa rifugio e nido, casa per sé.
Casa e famiglia, stanze che accolgono i riti di vite codificate in cui lunghi periodi di quotidianità vengono punteggiati da pochi momenti speciali durante i quali l’interno incontra l’esterno, si presenta, si mette in mostra.
Sono i momenti degli inviti, degli ospiti, delle cerimonie che scandiscono la vita dei membri della famiglia, battesimi, comunioni, natali e matrimoni.
Sullo sfondo di tutto questo, registe poco appariscenti, sono le donne, donne che organizzano e gestiscono, aiutate da donne che operano, puliscono, curano, cuociono e cuciono.
Donne che allevano i figli e arredano le loro camerette, donne che accolgono gli ospiti per il tè, donne che baciano il marito quando torna la sera, che coltivano i fiori sulle terrazze. Madri e sorelle, badanti e cameriere, cuoche e sarte, infermiere e stiratrici.
Ora le donne stanno cambiando e le case con loro. Sono uscite di casa e come gli uomini, abitano ora, sempre più spesso e sempre più a lungo, gli esterni e gli spazi pubblici.
Le conseguenze sono enormi, alcune buone, altre cattive, alcune certe, altre imprevedibili.
In questi giorni di domesticità forzata leggere i
consigli che Donna Letizia elargiva alle lettrici dei settimanali femminili degli anni 50/60, ci fa capire tante cose : le donne sono diverse e il loro cambiamento è forse la più grande tra le rivoluzioni in atto.
Proprio per questo la più fragile.